L’Italia è ripartita ed anche, finalmente, il triathlon. Lo scorso weekend è stato il primo weekend di gare per la triplice disciplina. Fra tutte le competizioni spiccava l’Aronamen, competizione sulla distanza media – 1,9 km di nuoto, 90 km di bici e 21 km di corsa; gara notoriamente dura, sia per le alte temperature di fine luglio sia per il percorso ciclistico impegnativo. Io vi ho preso parte portando in gara per la prima volta i colori della sezione triathlon dello Sport Club Libertas Sesto.
La starting list era di livello assoluto fra campioni di caratura internazionale sia in campo maschile, fra gli altri Barnaby, Ugazzio, Molinari, Corti sia in ambito femminile con Dogana, Bilham e altre. In tutto meno di 250 partenti; pochi ma il protocollo anti-Covid della federazione ha norme molto stringenti.
Gara bella, ben organizzata e piena di novità, in gran parte dovute ai nuovi protocolli. Apertura zona cambio ore 5:15, con controllo della temperatura corporea, bici molto distanziate fra loro, deposito borse con zaini imbustati singolarmente e mascherina da indossare fino ad un attimo prima della partenza del nuoto. Partenza, appunto, una piacevole scoperta. La federazione ha deciso di abbandonare la formula a batterie caratterizzata da partenze caotiche – in gergo chiamata “washing machine” tale è la calca che si viene a creare quanto partono in acqua contemporaneamente 100/150 atleti – per adottare partenze scaglionate. Tre atleti ogni 10 secondi con cancelletti di partenza simili a quelli adoperati per le gare di sci. Nuoto nel lago Maggiore antistante Arona, acqua con temperatura ideale per nuotare con la muta. Finiti i quasi 2 km di nuoto si va verso la zona cambio e dopo essersi sfilati la muta si indossano casco, scarpe da bici e via verso la frazione ciclistica. Frazione su di un percorso abbastanza selettivo, con 1.100 mt di dislivello, due salite lunghe e nella parte finale un “mangia e bevi” spaccagambe. Infine dopo essere rientrati nuovamente in zona cambio lasciata bici e casco si indossano le scarpe da corsa per la mezza maratona finale composta da 4 giri in centro città sulle rive del lago.
Gara, per la cronaca, che ho concluso in 5h26, un tempo per me abbastanza buono tenendo conto del fatto che a causa del lockdown ho perso gran parte del periodo di preparazione. Tuttavia non era importante il risultato ma partecipare per dare un segnale di normalità ritrovata, seppur con tutte le cautele del caso.
Infine questa per me è l’occasione per ringraziare il presidente Luciano e Max, il punto di riferimento della sezione triathlon della Libertas Sesto, perché loro insieme a tanti altri soci si sono spesi per l’affiliazione alla FITRI .
Inoltre, considerato che la triplice disciplina è una novità per la società, mi pare opportuno scrivere che il triathlon è una disciplina per tutti. Non occorrono allenamenti lunghi e massacranti, basta dedicare soltanto un pochino di tempo e passione. Infatti, oltre alle distanze lunghe – triathlon medio (1,9 km nuoto, 90 bici, 21 corsa) e triathlon lungo ( 3,8 nuoto, 180 bici, 42 corsa) esistono anche gare su distanze brevi come ad esempio il triathlon su distanza sprint ( 750 mt. di nuoto spesso fatti addirittura in piscina, 20 km di bici e 5 km di corsa) adattissimo ai neofiti oppure la distanza olimpica ( 1,5 km di nuoto, 40 di bici e 10 di corsa). Per partecipare, anche con buoni risultati, ad una gara su distanza sprint o olimpica potrebbero bastare anche soltanto tre allenamenti a settimana, uno per ogni disciplina. E posso assicurare a tutti che gareggiare e completare un triathlon sulla distanza sprint è divertente e soddisfacente come completare un medio.
Un saluto a tutti i soci ed atleti Libertas, sperando che quanto scritto vi abbia incuriosito e che abbiate voglia di provare il triathlon, con l’augurio di ritrovarci sempre più numerosi sui campi di gara.
Giuseppe Patanè