La mia prima (e credo ultima) Valtellina Wine Trail (42 km) – 20/11/2021

E’ venerdì 19 novembre, il giorno prima della gara, e sono le 15.00 circa. Manca mezz’ora all’appuntamento con i miei compagni di viaggio e sono nel pallone per motivi familiari. Chiamo miss 100 km (la Stefy, per quei pochi che non lo sanno) e mi dà tutte le indicazioni del caso.

Alle 15.30 sono sotto casa della Dottora (la Paola) e poco dopo siamo in via Milanese in zona Renord dove ci sono già Michele (De Cesare) e Roby (il mitico Terazzi).

Quando arrivano anche Stefy ed Ale (D’Achille) si parte per Sondrio. E’ la prima volta che Ale viene in ”trasferta” con noi e sono molto contento. Non ci conosciamo da tantissimo, ma si vede subito che è una bravissima persona, oltre che un ottimo runner. Mi è molto simpatico. La mattina del martedì e del giovedì alle 5.50 ormai ci ritroviamo da un po’ io, lui e la Stefy e si corre al buio.

Arrivati a Sondrio andiamo a ritirare i pettorali, poi parcheggiamo le macchine vicino alla stazione (in via Tonale, grazie Bade per la dritta) e pendiamo il bus per Tirano. A Tirano passiamo a lasciare le borse nelle stanze e via a cena, dove oltre pizza e patate – un classico – assaggiamo pizzoccheri, sciatt e chiscioi. Poi finalmente in stanza a riposare.

La mattina, dopo aver fatto colazione, ci raggiungono Pino, il Gianno, il Barla e Marco (l’unico non Libertas, ma è come se lo fosse) e salgono in camera a cambiarsi e prepararsi per la gara. Ci incamminiamo quindi tutti insieme verso la partenza, prevista per le 10.00

Con un po’ di ritardo la gara inizia. Marco e Gianno partono davanti e li vedrò solo alla fine. Anche il Barla va via quasi subito, essendo molto forte in gare con grandi pendenze e molto a suo agio nei trail montanari.

Rimaniamo i 6 del sabato e Pino. Dopo un po’ anche Ale, abituato alla corsa in montagna e alle vertical, ci lascia indietro. Il panorama è bellissimo ed è una splendida giornata di sole. Vogliamo goderci la gara senza guardare il gps. Non c’è nessun best da fare e ci basta restare entro il limite massimo.

Le salite provocano dolori ai polpacci e le discese in certi tratti fanno paura (almeno a me). Le montagne innevate sono sempre sullo sfondo illuminate dal sole. Ai ristori ci fermiamo abbastanza e mangiamo e beviamo di tutto. Ad uno di questi ci fermiamo ad aspettare Paola, che era rimasta un po’ indietro. Roby e Stefy partono un po’ prima e non li prenderemo più. Restiamo io, Paola, Pino e Michele, che impreca e giura che questa sarà la sua ultima gara (lo fa dal 2015), perché si è rotto i …..

Il percorso è molto bello, ma anche duro e faticoso. Però ci sono molti ristori – in cui Pino si attarda come al solito a mangiare e a fare foto – e correre insieme ci tiene su di morale. Si passa anche da diverse cantine, piene di botti di vino enormi (che puzza!!!) e poi si corre a lungo tra i vigneti, che scendono verso la valle a perdita d’occhio. Per un astemio (di vino solamente) come me non è semplice correre tra cantine e vigneti. E nemmeno per Paola, che a un certo punto cade lunga distesa, facendomi spaventare non poco.

Le ore passano, i km anche, il sole comincia a nascondersi e piano piano la luce cala, così come le nostre energie. Gli ultimi tratti li facciamo quasi al buio. Siamo rimasti io e Paola, avendo staccato un po’ Pino, che arriverà un minuto dopo di noi, e Michele, che arriva qualche minuto dopo. Lo sprint della dottora all’arrivo è potente ma le corro a fianco, felice di quest’avventura (e che stia per finire).

All’arrivo c’è Roby che ci scatta una foto. Poi vediamo anche gli altri che sono già arrivati da un po’. Ci diamo il cinque e facciamo commenti sul peso della medaglia. Poi ci cambiamo e via alle macchine per tornare a casa (troppa coda per il pasto e comunque si è fatto tardi).

In macchina chiamiamo Susan, valtellinese doc, che non siano riusciti a vedere e la salutiamo e ringraziamo per la bellezza e l’accoglienza della sua terra. Passare da Teglio è stato bello e l’abbiamo pensata tanto.

Dei runner Libertas della 21 km sono riuscito a vedere solo Giò e Micky. Ma so che anche tutti loro se la sono goduta. UN pensiero va anche a chi ha dovuto rinunciare all’ultimo, ovvero Uli e Michele (Bassis).

Grazie Libertas e grazie Valtellina!

Pier

La mia seconda (e credo NON ultima) Valtellina Wine Trail (42 km) – 20/11/2021

Monza-Resegone, giugno 2019. Sono passati tanti (troppi) mesi dall’ultima gara a cui ho partecipato; in mezzo è successo quello che tutti sappiamo.
E’ stato emozionante ritrovarsi a ritirare il pettorale, quasi come se fosse la prima volta e, per tornare, non ci poteva essere migliore occasione di una gara al top sotto tutti i punti di vista. Seconda partecipazione al VWT e, devo ammettere, l’esperienza ha inciso molto.

Arrivato con un livello di preparazione indecifrabile, non sapevo proprio cosa aspettarmi ma ero convinto che non avrei ripetuto il risultato dell’altra volta (6 ore) e mi sono posto, come limite della mia soddisfazione, 6 ore e 30 minuti. In testa una strategia ben chiara per far fronte all’incertezza sulla forma: correre in scioltezza nei falsopiani, MAI farsi prendere dalle discese correndo a tutta e MAI farsi fregare dalle brevi salite che ti invogliano a correre… perché questa è la caratteristica di questa gara: la presenza (anche) di tantissime piccole (ma ripidissime) salite che sono delle vere e proprie frustate se ti azzardi a correre e che alla fine cubano un bel dislivello.

Parto regolare, faccio la processione verso il santuario e, poi, scendo tranquillamente mentre frotte di pazzi scatenati passano a tutta birra (e siamo solo al quarto chilometro). Perdo presto di vista tutti quanti. La gara procede quasi come da programma, i chilometri scorrono tranquilli, il paesaggio è fantastico offrendo una gamma di colori incredibile (ti senti parte di un’opera d’arte, un quadro dentro il quale ti muovi) ed il clima quasi ideale. Verso il quindicesimo si fa sentire il ginocchio destro… tre giorni di Voltadvance hanno fatto quello che potevano ma i miracoli non esistono; ogni curva a destra è una fitta e il ginocchio sembra non tenere… resisto una paio di k e, poi, tutto rientra nella normalità cioè nel gestibile (per fortuna).

Mi gusto i passaggi nelle cantine continuo ad assaporare i paesaggi del fondo valle, poi “recito il rosario” durante la salita a Teglio. Scendo verso Chiuro e, tradito da un sasso sotto le foglie, prendo una violenta storta a sinistra (rischi del mestiere … si sa) … caccio un urlo da paura, zoppico vistosamente, corricchio e piano piano rientra anche questa. Poco prima di Chiuro sopraggiunge Alessandro, breve scambio di opinioni, lo vedo pimpante e, giustamente, va. Ci rivediamo a Chiuro e, nella lunga salita che segue, lui va un po’ in difficoltà mentre io sfrutto al meglio le tante camminate in montagna procedendo con passo svelto. Incrocio il Gianno in preda ai crampi.

La stanchezza comincia a farsi sentire ma, in lontananza, comincia a vedersi il castello di Sondrio… e qui inizia la tortura…almeno per me; infatti so benissimo a che altezza si trova la passerella, in più di un’occasione, in cima all’ennesima salitella, mi rendo conto di essere all’altezza della passerella e, automaticamente, immagino un bel tratto pianeggiante di collegamento… e invece no … curva a sinistra e discesa… quindi, prima o poi, tocca risalire… così per diverse volte. Ormai sono agli sgoccioli, in salita tengo ancora bene (mentre alcuni quasi stanno fermi) ma sul pianeggiante ed in discesa ho praticamente smesso di correre.
Finalmente la passerella…. l’ennesima chicca di questo percorso. Provo a correre ma senza esito, in discesa, poi, i quadricipiti chiedono pietà. A circa 500 metri dal traguardo sopraggiunge Alessandro, che mi pare si sia ben ripreso. Mi piacerebbe andare con lui …. ma è solo un’illusione. Poco dopo l’effetto traguardo apporta un ultimo briciolo di energia e comincio a corricchiare…. curva a destra e sono nel rettilineo finale, tutto passa e mi involo con buon passo fino all’arrivo; sento il tifo di mia moglie e, poi, quello di Maurizio e Giò. E’ andata.. 6 ore .. 20 minuti e spiccioli. Soddisfatto. Gara atipica e molto dura; percorso impegnativo ma estremamente bello per tutto quello che offre. Organizzazione di qualità.

Marcello (Barla) Barlassina